sábado, 25 de marzo de 2017

I crimini dimenticati del corpo di spedizione francese in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale (Federico Dal Cortivo presenta il libro di Fabrizio Carloni sui crimini delle truppe francesi in Italia)

Federico Dal Cortivo, Digilander, 18/02/2006

Vedasi anche: I crimini dimenticati degli Angloamericani in Sicilia e nell'Italia meridionale.

Nota di Attilio Folliero, Caracas 25/03/2017. Riporto questo articolo di Federico Dal Cortivo in cui si denunciano i crimini dimenticati delle truppe francesi in mezza Italia, durante l'invasione alleata nella Seconda Guerra Mondiale. La denuncia prende spunto dalla presentazione del libro di Fabrizio Carloni (1) intitolato "Il corpo di spedizione francese in Italia 1943-1944", Mursia Editore, 2006. Il tema dei crimini commessi dagli Alleati in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale è praticamente stato rimosso sia dalla coscienza collettiva, sia dai libri di storia. E' bene parlarne perché i crimini contro l'umanità non possono essere sottaciuti, accantonati o dimenticati.

Dalla presentazione di Federico Dal Cortivo

Il perchè gli alleati chiesero aiuto alla Francia dopo lo sbarco in Sicilia, va ricercato nelle perdite notevoli che questi avevano già subito nel teatro italiano, dovute anche alla presenza di numerose malattie infettive che si propagavano con estrema facilità tra la truppa. Alla fine del 1943 la 5° Armata di Clark aveva subito perdite per 40.000 uomini, tra morti e feriti, oltre a 50.000 soldati messi fuori combattimento dalle malattie, molte di tipo sessuale e stress da combattimento. L’Ottava Armata britannica aveva perso 12.500 uomini a causa della malaria e 6.400 in battaglia.

Nel saggio di Carloni, la descrizione storico-tecnica, precisa e dettagliata, non deve però trarre in inganno il lettore, l’argomento principale del libro sono i "crimini di guerra" commessi dalle truppe coloniali francesi. Carloni analizza per prima cosa le "abitudini sessuali" dei magrebini, i quali…. "traevano grande gratificazione nell’avere rapporti con donne bianche"…. La sodomia era vista positivamente, mentre anche la pederastia e la zoofilia erano praticate… Scrive Malek Chebel, algerino laureato a Parigi in psicopatologia clinica: "L’itinerario copulatorio del giovane maghrebino campagnolo comincia spesso nei lombi delle bestie che è incaricato di accompagnare regolarmente.... Per le truppe africane agli ordini di Juin, le donne italiane erano "haggiala", termine che significa vedova o prostituta, tutte comunque "qahba" puttane, nel linguaggio franco-arabo". ...Certamente con simili premesse non ci si stupisce se poi questi sedicenti soldati, ma sarebbe meglio chiamarli criminali, si siano comportati con inaudita violenza verso donne, bambine e uomini.

L’autore ci trascina con precise descrizioni nel clima di sangue e violenza, che accompagnarono la risalita della penisola da parte dei “liberatori” alleati. Il primo impiego delle truppe africane fu a Sud di Cassino, quando la 2a divisione di fanteria marocchina sostituì la 34a divisione Usa. Nelle zone attraversate dai magrebini si verificarono i primi episodi di violenza, come nelle vicinanze del monte Pantano dove ci furono alcuni casi di stupro. Il metodo utilizzato era l’assalto in gruppo al calar delle tenebre. Gli episodi sono tanti narrati nel libro, ad esempio il 1 febbraio 1944, zona di Valleluce alla periferia di S. Elia Fiumerapido, Elisa C. di 33 anni con il figlioletto è assalita e violentata da due marocchini, che poi ferirono anche il bimbo con un colpo di baionetta.

Il comportamento dei quadri francesi verso i criminali era di generica tolleranza. Il massimo della vergogna fu raggiunto dalle truppe franco-africane nelle zone di Esperia e Ausonia, in provincia di Frosinone, vicino a Cassino, nell’Italia centrale (sulla catena degli Aurunci che separa Montecassino dal Mare). Qui i crimini di guerra furono la regola. Migliaia le donne, bambine, vecchie, subirono violenza. Nel solo paesino di Esperia gli stupri furono oltre 700, su una popolazione residente di 1.834 abitanti. Uguale sorte subì l’isola d’Elba. Alle 4 del mattino del 17 giugno 1944 i francesi attaccarono l’isola. I soldati del CEF si diedero subito da fare con ripetuti atti di stupro, colpendo in particolare le zone di Marina di Campo, Procchio, Capoliveri, Porto Longone e Portoferraio. I casi accertati oltre 200, tra loro un settantenne ed un ragazzino di otto anni che furono ambedue sodomizzati.

Attraverso testimonianze dirette, documenti dei National Archives di Washinghton, Carloni riscrive una delle pagine di storia più buie della Seconda Guerra Mondiale che si è aperta con lo sbarco del primi reparti di truppe nordafricane del CEF (Corps Expéditionnaire Français) nell’Italia meridionale liberata dagli Alleati negli ultimi mesi del 1943. I coloniali francesi - che nel luglio del 1944 furono utilizzati per lo sbarco nella Francia Meridionale - considerati dagli americani truppe di qualità scadente, si dimostrarono in combattimento soldati di primo livello ma lasciarono dietro di sé una scia di sangue e dolore. Le principali vittime furono donne, le “marocchinate”, ma non si salvarono neanche bambini e uomini. Il comando del CEF riconobbe alle donne “marocchinate” un risarcimento di 150 mila lire.

Nota del Comando generale dell'arma dei Carabinieri del 25-5-1944 (2)

Una nota del 25 giugno del 1944 del comando generale dell'Arma dei Carabinieri dell'Italia liberata alla Presidenza del Consiglio, segnalava nei comuni di Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, Morolo, e Sgurgola, in soli tre giorni (dal 2 al 5 giugno 1944, giorni della liberazione di Roma), 418 violenze sessuali, di cui 3 su uomini, 29 omicidi, 517 furti compiuti dai soldati marocchini, i quali «infuriarono contro quelle popolazioni terrorizzandole. Numerosissime donne, ragazze e bambine (...) vennero violentate, spesso ripetutamente, da soldati in preda a sfrenata esaltazione sessuale e sadica, che molte volte costrinsero con la forza i genitori e i mariti ad assistere a tale scempio. Sempre ad opera dei soldati marocchini vennero rapinati innumerevoli cittadini di tutti i loro averi e del bestiame. Numerose abitazioni vennero saccheggiate e spesso devastate e incendiate»

Il primo ad accennare a questi fatti storici fu Alberto Moravia ne "La Ciociara" da cui venne tratto anche un film

... Cesira è una contadina ciociara che si è trasferita a Roma con il marito pizzicagnolo, molto più anziano di lei, che la lascerà vedova. La donna è costretta, così, a gestire il negozio ed a crescere la figlia Rosetta da sola, servendosi anche della borsa nera per arrotondare. In seguito all'occupazione tedesca del '43 le due donne, con due valigie, abbandonano Roma per rifugiarsi a Fondi. Lungo la strada, però, a causa dei bombardamenti, sono costrette a fermarsi e trascorrere un anno a Sant'Eufemia in attesa degli Alleati, fermi al fiume Garigliano. Le due donne vivono la realtà della guerra con il conseguente sovvertimento dei valori: "Uno dei peggiori effetti delle guerre è di rendere insensibili, di indurire il cuore, di ammazzare la pietà". Difatti, è proprio con la liberazione che arriva il peggio: Cesira e Rosetta vengono violentate da un gruppo di soldati marocchini in una chiesa abbandonata, davanti ad un'immagine della Madonna rovesciata. La violenza individuale dello stupro si somma alla violenza collettiva della guerra, distruggendo definitivamente l'innocenza di Rosetta che comincia a concedersi a tutti gli uomini con determinazione, come se questo fosse l'unico possibile riscatto.

CEF, Corps Expeditionnaire Français

IL CEF formato da circa 130 mila uomini, inquadrato in quattro divisioni, al comando del generale Alphonse Juin, si caratterizzava per la presenza di circa 12 mila goumier, soldati di origine marocchina ed algerina specializzati nella guerra di montagna, organizzati in piccoli raggruppamenti, denominati goum (da qui il nome goumiers), posti al comando di un ufficiale francese (Gli altri erano soldati di colore del centrafrica, algerini e tunisini, pochissimi i bianchi).

«Agiscono come una marea su una fila di castelli di sabbia. Sono capaci di spingersi ad ondate su un massiccio montano dove truppe regolari non riuscirebbero mai a passare. Attaccano in silenzio qualsiasi avversario si presenti, lo distruggono e tirano via senza occuparsi di quel che accade a destra o a sinistra. Hanno l'abitudine di riportarsi indietro la prova delle vittime uccise; perciò sono nemici con cui non è piacevole aver a che fare» (Fred Majdalany, La battaglia di Cassino, Milano, Garzanti, 1974, pag. 283).

Ai goumier fu affidato il compito di conquistare la dorsale montuosa dei Monti Aurunci, permettendo così alle truppe anglo-americane, nel maggio 1944, l'aggiramento della rocca di Cassino, strenuamente difesa dai paracadutisti tedeschi, e lo sfondamento della linea Gustav, aprendo all'esercito alleato la strada per Roma. L'alta pericolosità dell'azione spinse di fatto le autorità alleate a concedere informalmente carta bianca ai soldati nord-africani contro la popolazione civile.

All'alba del giorno scelto per l'attacco, il 14 maggio 1944, il generale Alphonse Juin inviò ai soldati marocchini della IIa divisione di fanteria (gen. Dody) e della IVa divisione da montagna (gen. Guillaume) il seguente proclama: «Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia (colonie francesi, ma la liberazione non funzionava così con un proclama). Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all'ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per 50 ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete».

Nei giorni che seguirono fino alla caduta di Esperia (il 17 maggio) 7.000 "goumiers" sopravvissuti (erano partiti all'attacco in 12.000) devastarono, rubarono, razziarono, uccisero, violentarono. Circa 3.500 donne, di età compresa tra gli 8 e gli 85 anni, vennero stuprate. Vennero sodomizzati circa 800 uomini, tra cui anche un prete, don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Esperia, il quale morì due giorno dopo a causa delle sevizie. Molti uomini che tentarono di proteggere le loro donne vennero impalati. In una relazione degli anni '50 si legge: «circa 2.000 donne oltraggiate, di cui il 20 per cento affette da sifilide, il 90 per cento da blenorragia; molti i figli nati dalle unioni forzose - Il 40% degli uomini contagiati dalle mogli, L'81% dei fabbricati distrutto, sottratto il 90 per cento del bestiame, gioielli, abiti e denaro».

Se sulla verità dei fatti ci sono indiscutibili prove sul vero testo del proclama di Juin si avanzano ancora dubbi. Del resto era gente che si capiva già con una occhiata !. (la Francia secreta gli archivi e si appella alla consuetudine in uso in tutti i paesi. Sono sempre stato curioso di sapere da quale principio morale discendesse questa consuetudine ?? Oggi sappiamo che Bush 4 anni fa attaccò l'Iraq con prove fasulle; sapete che goduria se nel 2015 dovessimo scoprire che a scatenare la II guerra mondiale sono stati gli inglesi o i russi. Per quell'epoca gli unici sopravvissuti a cui chiedere scusa sarebbe qualche ex minorenne dell'Hitler Jugend e delle Fiamme Bianche italiane).

But the first 4 documented rapes, made by Marroquins of the 573th company, happened on 11 Dec. 1943 (before the fall of Cassino). Because of the lust of those troops, de Gaulle pushed for arrival of more North African prostitutes, but only 171 arrived. I primi 4 stupri documentati ad opera della 573a compagnia marocchina risalgono all’11 dicembre 1943, a sbarco avvenuto e prima della caduta di Montecassino. De Gaulle aveva cercato di far arrivare prostitute dal Nord Africa, ma ne arrivarono solo 171. 

But the worst crimes (plunder, murders, thousands rapes, even of men!) happened in the days following the fall of Cassino. The number of rapes is in the order of the thousands, from a maximum (probably excessive) of 60,000 to a minumum of about 10,000. Among the murders, one of the most horrible was that of don Alberto Terrilli, priest of Santa Maria di Esperia, who died after having been beaten and sodomized for hours. The French officers, and of course the Anglo-Americans, were apalled by the behaivour of their soldiers, but often they didn't have the power (or the will) to stop them. Nevertheless, by 1945, 360 North Africans were put on trial by the French, and some were sentenced to death. To this number we have to add those executed shortly after they were discovered (for example 15 North Africans on 26 June 1944) (affermazione falsa: uno solo venne giustiziato per questi specifici reati, il cronista di sopra li confonde con gli altri reati mlitari soggetti alla pena capitale comuni nella truppa). Tale stato di cose, alla vigilia della presa di Roma indusse il Vaticano a chiedere agli alleati di far entrare in Roma solo truppe cristiane.

Nota

(1) Per chi fosse interessato, il libro può essere acquistato presso IBS. Fabrizio Carloni, nato a Roma nel 1953, vive e lavora a Napoli; è laureato in Scienze Politiche ed è funzionario di banca. Giornalista pubblicista, collabora con vari quotidiani e periodici tra cui «Roma», «Secolo d’Italia», «Il Denaro», «Giornale di Napoli», «Storia Militare», «Storia & Battaglie». Con Mursia ha pubblicato "San Pietro Infine 8-17 dicembre 1943 - La battaglia prima di Cassino" (2003).

(2) La Nota del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri del 25-5-1944, ACS PCM, 1944-47, n.10270, f.19-10, sf 1 Truppe alleate comportamento era all'Url: http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/II_guerra_mondiale/monte_cassino_1944_scatenate_i_marocchini.html, ma al momento di questa pubblicazione il link non è più attivo
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